Un destino già calamitato dalle stelle?Quante maschere sulla "ferita dei non amati"!
Henri           Beyle nasce            a Grenoble il 23 gennaio 1783.                       
Aquario           con Luna in Vergine. Com'è possibile che uno dei            maggiori cantori d'amore abbia quasi tutti i pianeti importanti           (e non solo) nei segni più freddini dello zodiaco?             
Colpa           della Luna in Vergine in XI casa,            isolata, campata            nel cielo astrale  priva di legami con altri pianeti, come un           urlo, che lo rende affamato d'amore e ne accentua il complesso di           essere timido, sgraziato            e bruttino.            Stendhal è consapevole di non essere bello e questo lo frena:           si accorge di essere innamorato quando riesce a dimenticarsene, così           che trova il coraggio di farsi avanti. I personaggi dei suoi romanzi           sono tutti belli e fieri; per sé vorrebbe, più modestamente,            "Bei capelli,            denti ottimi. Odore soave e lieve… Il corpus, e quel che ne           esce, inodoro". E in quest'ultima affermazione si intravede           anche il carattere schizzinoso e igienista della Vergine…                       
La           sua infanzia, vissuta in un ambiente ottuso e arido, lo marchia con la           proverbiale "ferita dei non amati", che lui cercherà di           guarire praticando con dovizia il libertinaggio. Ma non basta: l'amore           è per lui il chiodo fisso, rimarcato per giunta dalla congiunzione di           Venere con Plutone. Da una parte materia da disossare, da sottoporre a           implacabile autopsia, dall'altra ossessione compulsiva, tensione           portata all'esasperazione. E meno è vissuto,            più è patito. Amerà molte donne, ma non avrà le più amate:           Matilde e sua madre.                      
Stendhal           soddisfa quindi il suo desiderio nella scrittura: seppellisce amanti e           conoscenti di lettere lunghissime. E' un eiaculatore instancabile d'inchiostro: scriveva           dappertutto, perfino sulla carta, diceva il suo biografo Crouzet, e i suoi stessi fregi a margine dei libri sono materia densa e           viva,            la sua libidine sguinzagliata, libera e gioiosa. Nelle           equivalenze astrali difficile non notare l'accumulo di pianeti in III           casa, quella della scrittura, tanto più che oltre al piacere di           Venere e all'inventiva di Mercurio, si uniscono la potenza fallica di           Plutone,            insieme al Sole, primo impulso vitale. E la concentrazione egotica dei pianeti           in Aquario si diluisce in un'autocritica costante, ma anche           nell'indulgenza ironica, autocaritatevole, affettuosa. Piena di           leggerezza disincantata, mai concentrica e pesante, che di ogni suo           personale melodramma fa sorriso amaro, e muove i suoi lettori a           un'intimissima solidarietà con lui. Anche la tendenza alla mimesi di           Plutone si esprime in un divertito gioco di anagrammi, pseudonimi,           sigle…                                  
Talvolta           vorrebbe apparire            un razionale perfino cinico, ma il suo genio non si imbriglia           in niente che abbia sentore di sistematico. E come potrebbe, così           bersagliato dagli strali illusori di Nettuno che lo disarcionano di           continuo dalla realtà? Lui si figura degli ideali e vorrebbe averli,           ma deve fare i conti con i fatti, che più spesso gli negano i sogni.           E' un iperattivo, disordinato, anticonvenzionale, eclettico:           un autentico Aquario.                      
La           mania per le date di Stendhal sarebbe una manna per l'astrologo, che           potrebbe così effettivamente            verificare le tappe della sua vita con la concomitanza dei           transiti planetari. Ma per seguirla passo passo occorrerebbe tanto           spazio quanto occupa la serie Le           Divan delle sue Oeuvres complétes  (78 volumi!) e per noi,            un divano vero dove stramazzare. La Luna (sì sempre lei, la malefica), è il           sensore di ogni momento della sua vita, un frenetico seguirsi di            alti e bassi, esaltazione e disperazione, a cominciare, per           esempio,            dal primo giorno horribilis           della sua vita, il 23 novembre 1790: il malefico            Saturno - la sottrazione, la prova, il dolore - si oppone alla           Luna, scrigno di ogni sensibilità e femminino. A soli sette anni gli           muore la madre. 
http://www.compagnosegreto.it/numero2/scrittomatto4.htm

 
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