La festa nazionale della Catalogna celebrata a Roma con un omaggio musicale al grande pensatore Ramon Llull
Il concerto "Ramon Llull, L’ultimo peregrinaggio" del gruppo dei Cappella Ministrers si è tenuto nella Chiesa di San Lorenzo degli Speziali, nel cuore del Foro Romano
http://www.portaleletterario.net/notizie/attualita/677/la-festa-nazionale-della-catalogna-celebrata-a-roma-con-un-omaggio-musicale-al-grande-pensatore-ramon-llull
La Delegazione in Italia del
Governo della Catalogna ha celebrato la sua Festa Nazionale, la Diada Nacional
de Catalunya, con un concerto che si è tenuto nella Chiesa di San Lorenzo degli
Speziali, nel cuore del Foro Romano. La festa, che cade l’11 settembre, come ha
ricordato Luca Bellizzi, delegato in Italia, è un giorno di memoria: in quel
giorno del 1714 Barcellona cadde nelle mani delle truppe borboniche di Filippo
V di Spagna durante la Guerra di Successione Spagnola l'11 settembre 1714, dopo
molti mesi d'assedio e dopo una strenua resistenza che meravigliò il mondo. Si
commemora anche la conseguente abolizione delle istituzioni catalane, come ad
esempio la Generalitat de Catalunya in seguito alla
promulgazione dei Decreti di Nueva Planta nel 1716.
Tutti i significati di questa festa
sono espressi attraverso il linguaggio potente della musica. Carlos Magraner
con il gruppo dei Cappella Ministrers ci ha condotto attraverso un viaggio
lungo le coste del Mediterraneo, ripercorrendo e parafrasando l’autobiografia,
la Vita Coetanea, di Ramon LLull scritta nel 1311, dove egli narra la sua
conversione e la sua nuova vita, fatta di viaggi, di studio e di sogni.
La figura straordinaria di Llull
(1232-1316), non può essere certo sintetizzata in poche righe. Una personalità
che non smette di affascinare e stupire: figlio di ricchi coloni catalani che
si erano installati a Maiorca, inseguì per tutta la vita il sogno di una “pax
universalis”, un’idea che per lui non era un’utopia, ma un obiettivo possibile
e necessario: la conversione al cristianesimo di arabi ed ebrei. Viaggiò molto
dalla Spagna alla Francia, all’Italia, in Tunisia e quindi sull’altro lato del
Mediterraneo a Cipro, Gerusalemme, Armenia. Ha lasciato ben 243 opere riconosciute
come autografe e 44 probabilmente apocrife (tutte quelle di argomento alchemico).
Ha scritto in arabo, in latino e in catalano opere di filosofia, teologia,
mistiche, pedagogiche, di medicina, di scienze naturali, di fisica, matematica,
letterarie e poetiche. Tra queste ricordiamo l’Ars magna, il De
levitate et ponderositate elemento rum, l’Ars amativa; Felix de les meravelles, il Libro dell'ordine
di cavalleria, il Libro del pagano e dei tre savi, il Libro della
contemplazione di Dio, Lo sconforto, la Logica nova e l’ Ars
generalis.
Così “L’ultimo peregrinaggio” è
uno spettacolo che traduce in musica l’atmosfera del Mediterraneo durante il
Medioevo: pur nei conflitti o nelle diversità culturali e storiche la musica individua
un linguaggio simile e quindi universale. Così come la manovella della ghironda
produce un suono basso e continuo, così nell’alternarsi dei pezzi vi è come un
filo ininterrotto che lega le armonie. I ritmi delle percussioni, i fiati e le
corde scaturiscono dagli strumenti parlando ciascuno la propria lingua ma descrivendo una “contiguità” armonica. Dopo
una melodia francese, italiana o spagnola si fa largo il tipico ritmo greco e poi l’arpeggio sinuoso
d’oriente. E da questa somiglianza si delineano le particolarità, i caratteri. E
ci ricordiamo davvero chi siamo, le nostre radici e la nostra cultura che è la più
varia del mondo tutta concentrata intorno a un mare che sembra un lago, chiuso
e rotondo come un abbraccio, ma comunque diversa, fatta di paesaggi e colori particolarissimi
e riconoscibili. La musica avanza descrivendo come in una navigazione di
cabotaggio l’itinerario compiuto da Ramon LLull e ci accompagna in un viaggio
emotivo pieno di suggestioni e memorie: da Maiorca a Rocadamour e Santiago de
Compostela. Da Barcelloba a Montpellier, dove egli visitò Giacomo II e dove
scrisse la sua Ars Demonstrativa (1238),
a Parigi dove insegnò all’università. A Roma, Genova, Lione, Marsiglia,
Avignone, Napoli e infine a Cipro, Gerusalemme, Armenia minore e Tunisia.
La figura straordinaria di Llull (1232-1316), non può essere certo sintetizzata in poche righe. Una personalità che non smette di affascinare e stupire: figlio di ricchi coloni catalani che si erano installati a Maiorca, inseguì per tutta la vita il sogno di una “pax universalis”, un’idea che per lui non era un’utopia, ma un obiettivo possibile e necessario: la conversione al cristianesimo di arabi ed ebrei. Viaggiò molto dalla Spagna alla Francia, all’Italia, in Tunisia e quindi sull’altro lato del Mediterraneo a Cipro, Gerusalemme, Armenia. Ha lasciato ben 243 opere riconosciute come autografe e 44 probabilmente apocrife (tutte quelle di argomento alchemico). Ha scritto in arabo, in latino e in catalano opere di filosofia, teologia, mistiche, pedagogiche, di medicina, di scienze naturali, di fisica, matematica, letterarie e poetiche. Tra queste ricordiamo l’Ars magna, il De levitate et ponderositate elemento rum, l’Ars amativa; Felix de les meravelles, il Libro dell'ordine di cavalleria, il Libro del pagano e dei tre savi, il Libro della contemplazione di Dio, Lo sconforto, la Logica nova e l’ Ars generalis.
Così “L’ultimo peregrinaggio” è uno spettacolo che traduce in musica l’atmosfera del Mediterraneo durante il Medioevo: pur nei conflitti o nelle diversità culturali e storiche la musica individua un linguaggio simile e quindi universale. Così come la manovella della ghironda produce un suono basso e continuo, così nell’alternarsi dei pezzi vi è come un filo ininterrotto che lega le armonie. I ritmi delle percussioni, i fiati e le corde scaturiscono dagli strumenti parlando ciascuno la propria lingua ma descrivendo una “contiguità” armonica. Dopo una melodia francese, italiana o spagnola si fa largo il tipico ritmo greco e poi l’arpeggio sinuoso d’oriente. E da questa somiglianza si delineano le particolarità, i caratteri. E ci ricordiamo davvero chi siamo, le nostre radici e la nostra cultura che è la più varia del mondo tutta concentrata intorno a un mare che sembra un lago, chiuso e rotondo come un abbraccio, ma comunque diversa, fatta di paesaggi e colori particolarissimi e riconoscibili. La musica avanza descrivendo come in una navigazione di cabotaggio l’itinerario compiuto da Ramon LLull e ci accompagna in un viaggio emotivo pieno di suggestioni e memorie: da Maiorca a Rocadamour e Santiago de Compostela. Da Barcelloba a Montpellier, dove egli visitò Giacomo II e dove scrisse la sua Ars Demonstrativa (1238), a Parigi dove insegnò all’università. A Roma, Genova, Lione, Marsiglia, Avignone, Napoli e infine a Cipro, Gerusalemme, Armenia minore e Tunisia.
Cappella
de Ministrers è un progetto nato nel 1987 volto alla ricerca e alla
valorizzazione del patrimonio musicale iberico a partire dal medioevo al XIX
secolo. Direttore è Carles Magraner che
riunisce molti professionisti della musica, riuscendo a diventare un punto di
riferimento europeo della Musica Antica.
Al
concerto per la celebrazione della Festa Nazionale della Catalogna di Roma
hanno suonato: Carles Magraner (viella e viola), Aziz Samsaoui (cura saz o
chitarra saracena, santur, oud e qanun), Jota Martinez (liuto arabo, ghironda,
citola), Eduard Navarro (duduk, mizmar, zurna, cornamuse e ciaramelle) e Paul
Ballester (percussioni).