Odette è una gattina che da molti
giorni lotta per non morire. Il suo sguardo fa male, perché è lo stesso di
tutti gli innocenti, uomini e animali, che non capiscono come mai sia stato
fatto loro del male. Però lei non molla. In questi giorni il profilo Facebook
di Claudia Ami Casu è tempestato di domande, preghiere e messaggi di amore per
questa gattina. E lei sceglie di vivere, forse sente l’amore che prima le
era stato negato.
Claudia è di Cagliari e insieme alla mamma e a un’amica ha fondato l’“Associazione
un randagio per Ami-co”, che vive del
volontariato e dell’aiuto anche piccolissimo di chi desidera pagare le cure veterinarie.
Tutto è nato quasi tre anni fa, quando ha
incontrato Ami, un randagio ridotto allo stremo, ed è stato amore e fiducia a
prima vista. Da allora sono arrivati altri gatti, molti dei quali bruttini, con
un occhio solo, malati, spelacchiati e altri belli e sani ma cacciati lo stesso
senza un motivo. La sua pagina Facebook è sempre piena di notizie e di nuovi mici
bisognosi, rivelando che animali abbandonati e
maltrattati non sono solo i cani ma a maggior ragione anche i gatti, nella convinzione che siano animali
indipendenti, che ce la possono fare da
soli e che non hanno bisogno di un
padrone.
Claudia dà a ciascuno un nome e
una speranza. I gattini sono accuditi e curati, tenuti in stallo finché
non si trova un’adozione.
Claudia è giovane e ha una vita
intensa, ma ha preso con serietà questo impegno. Lei ha il dono di capire
quello che dicono i felini e sapercelo raccontare. “Sono solo un gatto. Un gatto
qualunque… Uno di quei randagi che scacci via con il piede. Uno di quelli a cui
tiri le pietre per non avvicinarsi.
Sono uno che ha camminato a lungo senza meta, senza riparo. Ho
rotto i sacchetti della spazzatura per anni… Con un po’ di fortuna trovavo ossa
e spine di pesce. Ero uno di quelli che “allontanati che porta malattie! …Ma
ora sono il tuo gatto”.
In un periodo in
cui Facebook sembra essere diventato il luogo dove si annida e cresce la violenza,
il luogo che alimenta paure e bullismo
anzi cyberbullismo, e in questi
giorni ne abbiamo un esempio proprio
vicino a Cagliari, a Muravera, si dimostra
che può essere anche un meraviglioso mezzo
di trasmissione di civiltà e solidarietà. Finché ci saranno giovani che
attraverso il loro esempio insegneranno a rispettare e a prendersi cura dei più deboli, potremo
tutti avere speranza di poterlo cambiare il mondo, e renderlo migliore.
Contatti: e-mail: ulysse.cc13@gmail.com
Nessun commento:
Posta un commento